"Six Personnages en Quête d’Auteur"          mise en scène de Raffaella D'Angelo

Ce chef-d'œuvre de Luigi Pirandello offre une toile parfaite pour explorer les thèmes de la réalité et de l'illusion, de l'identité et de l'existence. Notre mise en scène se propose d'être un miroir abstrait de ces questionnements, un espace où les frontières s'estompent et où les personnages naviguent dans un flux constant d'être et de paraître. Notre mise en scène vise à plonger le spectateur dans une expérience immersive où la distinction entre fiction et réalité devient incertaine. Notre mise en scène ne sera pas seulement une représentation de "Six Personnages en Quête d’Auteur", mais une expérience métaphysique où le public est invité à remettre en question sa propre perception de la réalité, de l'art et de l'existence.

Le nostre Produzioni

“Dei Tempi Bui si canterà”, drammaturgia e regia di Raffaella D’Angelo, con Angela Belmondo, Raffaella D'Angelo, Julia Reali.

musiche dal vivo di: Sebastian Medina; video di: Gianluca Teneggi.

con il patrocinio culturale di ANPI

Una favola nera ambientata in un presente distopico permeato dalla brutalità di una guerra che congela le anime e ogni possibilità di futuro. Lo spettacolo utilizza un linguaggio teatrale contemporaneo, unendo la forza della parola a quella delle immagini corporee, della musica, del canto, per raggiungere lo spettatore anche sul piano emotivo oltre che su quello intellettuale.

In scena le attrici danno forma alle visioni esprimendo la forza dell’archetipo femminile e articolando differenti modalità di risposta e di reazione alla violenza del mondo.

Festival Decameron Pop!, Milano, 2010

replica Teatro Comunale di Ronco Briantino, 2011,

replica Auditorium Valvassori Peroni, Milano, 2013

 

“Decadence suite”, ideazione di Raffaella D’Angelo, con Julia Reali, Barbara d’Incecco, Angela Belmondo, Gianluca Teneggi, Raffaella D'Angelo - L’ultima sera del mondo in una bisca clandestina, o forse una fumeria d’oppio, un girone infernale, un labirinto arcaico, un paradiso artificiale… sotterranei dell’anima popolati da angeli caduti, inconsapevolmente de-caduti dalla promessa di fredde certezze alla voluttà dei sensi, anime lacerate e insieme giocose, inafferrabili e alla disperata ricerca di un doppio, scabrosamente ingenue e impudicamente divise: all’orizzonte un futuro inafferrabile, forse una guerra. Personaggi archetipici e onirici invadono la scena in cerca di una possibilità, forse di un complice.

LOFT 21, Milano, 2010

Galleria Spazio Concept, Milano, 2011

Officine di via Vigevano, Milano, 2012

 

“Tragedia_pop (in tre micro-atti)”, drammaturgia originale di

Raffaella D’Angelo, con Raffaella d'Angelo, Julia Reali,

Elisabetta Fulcheri, scenografie di Barbara d’Incecco.

“Tragedia_pop (in tre micro-atti)” si ispira liberamente alla tradizione delle conte popolari. Gli spettatori entrano a far parte del gioco narrativo avvicinandosi ad oggetti evocativi e singolari; sarà rivolgendosi via via a quegli oggetti e al loro possessore che il racconto potrà svilupparsi attraversando i momenti topici, inframezzati da grotteschi “a parte” e dai commenti arguti e profondamente umani della voce narrante e del pubblico chiamato infine a giudicare l’operato del “principe Macbeto morto tristo e nato lieto che, per suprema bramosia della corona, fece scempio della sua persona”.

La tragedia shakespeariana vive di nuova linfa, si alimenta degli sguardi della gente, dei loro corpi, delle loro risate, si apre alla vita e al respiro dei luoghi del nostro quotidiano; diventa essa stessa un luogo da “con-dividere” e da costruire insieme. La nostra proposta interdisciplinare combina in maniera gioiosa e giocosa le suggestioni che arrivano dal teatro dell’arte e dalla danza, dal mimo e dalle arti visive per arrivare ad una sintesi organica e vicina allo spettatore.

spettacolo vincitore Festival Finestre Teatro Urbano, Bologna,

ed. 2010

in cartellone nella Rassegna "Il Sabato e la domenica a teatro", Auditorium Coop. De Gradi, Milano, 2013

 

“Monodía”

"Monodia" - Una storia ellittica, prossima a concludersi, raccontata con lirica urgenza da una delle personae che compongono il racconto, dalla sua particolarissima e privilegiata prospettiva. Una storia di abusi e di assenze, di maschi inetti e pre-potenti e di femmine distanti e compiacenti; sullo sfondo una terra in letargo e una comunità che vive “in congelato timore”, un “Sud” arcaico che rigetta ogni analisi per chiudersi in se stesso, una terra sensuale, molle e infeconda, “come il corpo di una puttana”, un “topos” neo-tribale dove i codici sono stereotipati e non negoziabili.

 

Gesti ossessivi, solo apparentemente sensati, compongono la trama di giornate sempre uguali e di un’attesa che diventa prigione. Forse l’azione può aprire una possibilità di riscatto, di ritorno alla propria verità, di riparazione e catarsi per ciò che non può essere cancellato. Forse la parola può riportare al “tempo del racconto”, alla possibilità, anche collettiva, di un’elaborazione di senso.

 

E su tutto: “quel brancolare, quell’andare oltre, quel richiamo a perdersi nei moti di scintilla che risalgono la notte nera”, quella voglia di giocare con l’indicibile, quella voglia di avvicinarsi con leggerezza a ciò che non può essere visto, di accostare l’occhio “alle fessure fra le travi”.

L’Ombra sgangherata di un padre saggio e a-morale, portatore di un possibile rifiuto e misteriosamente scomparso, tornerà dagli inferi per assistere la figlia nell’ultimo confronto con le Furie.

Testo, regia ed interpretazione: Raffaella D’Angelo

rappresentato presso: Rassegna Teatro@400, Milano; ARCI Oibò, Milano; Officine di via Vigevano, Milano; Rassegna Dominadomna, Bergamo.

Festival Fringe, Roma.

 

"Ex_cell_enz" da un’idea di Barbara D’Incecco, con Raffaella D’Angelo, Julia Reali, Barbara d’Incecco

 Tre personaggi al limite, costretti a condividere uno spazio compresso: quello delle loro celle/cellule. Tre “assassine” goliardicamente disperate, in fuga dalla banalità e dalla ossessiva brutalità del quotidiano. Lo spettatore è chiamato a entrare in un universo comicamente claustrofobico, dove si alternano momenti lirici a sipari più grotteschi.

 

“...Maria Paz Gonzalez Ramirez, un cigarillos lo puedo fumar?”

 “Tengo anni 40 e ‘sti 40 anni me li so’ sudati tutti, uno a uno!”

 “Si, sono stata io... Ma dopotutto ho ucciso solo un piccolo, ripugnante pidocchio!”

La dritta

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